La Caritas Ambrosiana è impegnata nell’intervento sociale rivolto ad alcune famiglie di origine rom presenti da diversi anni sul territorio del comune di Milano. L’intervento ha un carattere socio-educativo ed è volto a favorire l’evoluzione positiva della situazione di queste famiglie, accompagnandole, non solo verso una maggiore regolarità abitativa, ma in percorsi di reale inserimento nel tessuto sociale, di integrazione con la società e la cittadinanza milanese.

LE ORIGINI DEL PROGETTO
La conoscenza del mondo rom in generale e dei singoli nuclei familiari, le loro storie e la loro situazione, ci convincono sempre più che un percorso educativo e di regolarizzazione non può essere staccato da opportunità di formazione e di impiego in attività lavorative da offrire alle donne, ritenute attrici principali nel produrre cambiamento. Partire dalle donne, significa partire dalla loro forza e creatività, dalla centralità della donna rom nell’ambito dell’economia familiare, dalla sua cultura della cura per le persone e le cose permettendo loro di rompere l’isolamento e in alcuni casi di abbandonare i luoghi ristretti del campo/ghetto e uscire dall’invisibilità.
OBIETTIVI DEL PROGETTO
Le finalità di questo progetto consistono principalmente nell’integrazione sociale delle famiglie rom, mediante azioni concertate tra i vari attori coinvolti. È un processo che vede coinvolte le famiglie rom e i singoli membri insieme alle famiglie e alle persone appartenenti alla società maggioritaria, ma anche le istituzioni e la società civile.
Il progetto di piccola “imprenditorialità” femminile – l’avvio di un’attività di stireria e piccola sartoria – si inserisce in un intervento globale di lungo termine rivolto alle comunità di provenienza delle donne che coinvolge l’intero nucleo familiare, concentrandosi soprattutto sui minori.
Il progetto si sviluppa su tre versanti:
1) il versante sociale, finalizzato all’acquisizione da parte delle donne di strumenti per l’inserimento
lavorativo tramite la realizzazione di formazione tecnica e linguistica, on the job training, acquisizione di
competenze lavorative trasversali, accompagnamento all’autonomia, emancipazione ed empowerment;
2) il versante commerciale, finalizzato all’aumento della produttività e il raggiungimento di una quota di
entrate stabile con la quale si possa coprire parte delle spese di gestione;
3) il versante della sensibilizzazione, finalizzato a far conoscere il progetto e a contribuire a mettere in
discussione il pregiudizio negativo nei confronti dei rom.
LE DESTINATARIE DEL PROGETTO
Il progetto ha avuto inizio nel luglio del 2009 ed ha coinvolto ad oggi, complessivamente 40 donne in età lavorativa, dai 18 ai 50 anni. Sono donne kosovare, macedoni e rumene, provenienti da campi abusivi o dai campi regolari di Via Triboniano e di Via Novara a Milano, già chiusi ambedue. Alcune donne e le rispettive famiglie sono state accompagnate all’inserimento in appartamento, altre abitano in alloggi transitori verso soluzioni più stabili, altre sono ancora nei campi.
Dal 2014 il Laboratorio ha visto l’inserimento di donne non rom, ma comunque avviate in percorsi di integrazione; si tratta di donne egiziane, nigeriane, siriane, eritree, marocchine, solo per fare qualche esempio. L’introduzione di donne non rom come lavoratrici è nata dall’obiettivo di aumentare lo scambio e il confronto con una realtà il più possibile composita, e quindi di essere un ulteriore strumento di integrazione, oltre che una risposta concreta a donne fragili.
L’esperienza ha dimostrato come gli interventi con una maggiore probabilità di riuscita si strutturino lungo una multidimensionalità che tenga conto delle persone cui sono rivolti, del territorio interessato e delle reti che potranno di volta in volta essere attivate o rinforzate. Per questo il nostro intervento è il più possibile radicato sul territorio e coinvolge enti e associazioni che ci accompagnano lungo il nostro percorso.
In questo momento Taivé sta entrando in una nuova fase della sua progettualità, realizzata insieme alla coop. Vesti Solidale. La prospettiva è sempre di più quella di accompagnare i percorsi delle persone a un uso consapevole delle materie prime, che possano valorizzare anche i cd scarti per creare manufatti unici e preziosi.